Allergologia Allergologia pediatrica Test intolleranze alimentari Test dei farmaci
Sono un medico con ultratrentennale esperienza in Pediatria, Allergologia, Allergologia pediatrica, Omeopatia ed Omotossicologia, Fitogemmoterapia, Agopuntura e Auricoloterapia, Ozonoterapia e Terapia del dolore, Medicina Funzionale e Sistemica
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Musica originale per gentile concessione del maestro Cir
“Ogni medico dovrebbe essere ricco di conoscenze, e non soltanto di quelle che sono contenute nei libri; i suoi pazienti dovrebbero essere i suoi libri” paracelso
“Coloro che si limitano a studiare e a trattare gli effetti della malattia sono come persone che si immaginano di poter mandar via l’inverno spazzando la neve sulla soglia della loro porta. Non è la neve che causa l’inverno, ma l’inverno che causa la neve”
Paracelso
“Il ciarlatano studia le malattie negli organi malati, dove non trova che gli effetti, rimanendo ignorante per quello che riguarda le cause. Il vero medico studia le cause delle malattie, studiando l’uomo universale”
Paracelso
“Non è la materia che genera il pensiero, ma è il pensiero che genera la materia”
“Non so quando, ma so che in tanti siamo venuti in questo secolo per sviluppare arti e scienze, porre i semi della nuova cultura che fiorirà, inattesa, improvvisa, proprio quando il potere si illuderà di avere vinto.”
“Verrà il secolo in cui l’uomo scoprirà forze potenti nella natura.”
GiordanoBruno
Vegatest expertPrick test e prick by prick
L’ allergologia pediatrica è la branca della medicina che effettua test diagnostici (prick test) per le allergie cutanee e respiratorie e per le intolleranze alimentari sui più piccoli. È anche possibile valutare la funzione respiratoria, a partire dai 6 anni, mediante la spirometria, un semplice esame che permette di capire precocemente se un soggetto allergico è anche asmatico.
Durante una visita allergologica pediatrica, poiché l’allergia può interessare diverse parti dell’organismo con sintomi a cute, apparato gastrointestinale, occhi, naso, bronchi e polmoni, è molto importante che vengano prese in considerazione tutte le possibili diagnosi differenziali in modo da giungere precocemente a un’eventuale diagnosi di malattia allergica.
Le intolleranze alimentari sono reazioni dell’organismo verso alcuni alimenti o componenti alimentari.
Esse si verificano quando l’organismo non è in grado di assorbire o assimilare correttamente una sostanza. Ciò ne causa un accumulo nel tempo, fino a un livello massimo oltre il quale compaiono i sintomi.
I livelli scatenanti la sintomatologia sono molto soggettivi ed è per questo che le persone che hanno un’intolleranza possono spesso sopportare piccole quantità dell’alimento o del componente in questione senza sviluppare sintomi.
Non vanno confuse con le allergie alimentari il cui meccanismo è legato all’attivazione del sistema immunitario. Per questo, in genere, chi è allergico deve eliminare completamente dalla propria dieta il cibo incriminato, poiché anche piccole quantità scatenano le reazioni immunitarie.
Cause
Le intolleranze vengono suddivise in tre tipologie a seconda della sostanza o del cibo al quale l’organismo reagisce:
intolleranze a sostanze presenti in alcuni alimenti
intolleranze indotte da additivi presenti nei cibi
intolleranze dovute a carenza di enzimi digestivi.
Vediamole nel dettaglio:
Tipo di intolleranza
Esempio di sostanza che induce l’intolleranza
Sintomi
Intolleranza a sostanze presenti in alcuni alimenti
Lattosio (a causa della carenza dell’enzima lattasi)
Sintomi a carico del sistema gastrointestinale, come gonfiore, dolori addominali, diarrea
Sintomi
La sintomatologia è simile a quella che compare nelle allergie ed è molto varia. Possono comparire: – gonfiore addominale – meteorismo – stipsi o diarrea – nausea – crampi allo stomaco – cefalee ma anche: – disturbi dell’umore (come depressione e irritabilità) – dolori articolari – mal di gola – bronchiti ricorrenti – asma
Sintomi generali: stanchezza, ritenzione idrica, borse oculari, sonnolenza postprandiale, alitosi, aumento della sudorazione;
Sistema nervoso: cefalea, ansia, depressione, irritabilità, scarsa memoria, difficoltà di concentrazione, vertigini;
Apparato respiratorio: difficoltà di respirazione, asma, tosse, rinite allergica, sinusite;
Apparato cardiocircolatorio: alterazioni della pressione arteriosa, palpitazioni, extrasistoli;
Apparato gastro-enterico: gonfiore, senso di nausea, dolori e crampi addominali, disturbi dell’alvo (diarrea, stitichezza), aerofagia;
Epidermide: prurito locale e generalizzato, acne, eczema, dermatiti.
Le intolleranze più frequenti
Le due intolleranze più comuni e riconosciute sono quella a zuccheri – soprattutto al lattosio, ma anche al sorbitolo – e quella al glutine.
L’intolleranza al lattosio è dovuta a un deficit dell’enzima che normalmente permette la digestione di tale zucchero che, non essendo per questo motivo assimilato, richiama liquidi per effetto osmotico. Inoltre, nell’intestino fermenta con produzione di gas.
L’intolleranza al lattosio causa quindi disturbi gastrointestinali quale gonfiore, dolore intestinale, meteorismo, diarrea.
Anche il sorbitolo (zucchero presente in natura in molti frutti) può essere, meno frequentemente, causa di intolleranza alimentare.
Queste due intolleranze sono spesso alla base di problemi intestinali cronici come la sindrome del colon irritabile.
L’intolleranza al glutine, proteina presente in molti cereali (quali frumento, segale, orzo) è chiamata celiachia.
Gli individui che ne soffrono non riescono ad assorbire totalmente il glutine: è quindi una disfunzione intestinale e si manifesta con una reazione a questa proteina.
Le pareti di rivestimento dell’intestino tenue si danneggiano e subiscono una riduzione della capacità di assorbire nutrienti essenziali come grassi, proteine, carboidrati, minerali e vitamine.
I sintomi includono diarrea, debolezza, perdita di peso, irritabilità e crampi addominali. Nei bambini, possono manifestarsi sintomi di malnutrizione.
Un’altra intolleranza divenuta piuttosto frequente è quella dovuta ad alcuni additivi alimentari quali determinati coloranti e i solfiti.
Diagnosi
Una corretta diagnosi delle intolleranze alimentari prevede anzitutto il consulto con il proprio medico, per verificare che i sintomi non siano causati da un’altra malattia.
Si deve prestare particolare attenzione al tipo e alla frequenza dei sintomi e al momento preciso in cui si manifestano in relazione al consumo di determinati alimenti.
Il sospetto va posto quando un disturbo, anziché comparire in modo passeggero o saltuario, inizia a presentarsi sempre più frequentemente.
In questi casi la dieta a esclusione può fornire informazioni utili. Si basa sull’eliminazione di un alimento, o di una combinazione di alimenti sospetti, per un periodo di 3 o 4 settimane, durante le quali si deve verificare un netto miglioramento dei sintomi o la loro scomparsa.
Se in questo periodo i sintomi scompaiono, l’intolleranza è dovuta a uno (o più) dei cibi eliminati, che vengono a questo punto reintrodotti nella dieta, uno per volta.
Si inizia con quantità ridotte e le si aumenta gradualmente finché non si raggiungono le dosi normali oppure non si nota la ripresa del sintomo.
Terapia
In genere chi è intollerante a determinati alimenti lo rimane per tutta la vita. È però possibile individuare la dose soglia che scatena la sintomatologia: questo permette di non dover eliminare completamente quel cibo.
Per chi soffre di celiachia esiste una serie di alimenti appositamente studiati: una dieta priva di glutine, infatti, permette all’intestino di ripararsi gradualmente. In questo modo anche i sintomi scompaiono.
Le persone affette da intolleranza al lattosio, invece, hanno una carenza più o meno marcata di lattasi (l’enzima digestivo che scompone lo zucchero) e la quantità di latte e latticini che determina i sintomi di intolleranza è molto variabile.
Molti soggetti intolleranti al lattosio possono per esempio bere un bicchiere di latte senza alcun problema. Analogamente, i formaggi stagionati, che hanno un basso contenuto di lattosio, e i prodotti a base di latte fermentato, come lo yogurt, sono in genere ben tollerati.
L’ allergologia pediatrica è la branca della medicina che effettua test diagnostici (prick test) per le allergie cutanee e respiratorie e per le intolleranze alimentari sui più piccoli. È anche possibile valutare la funzione respiratoria, a partire dai 6 anni, mediante la spirometria, un semplice esame che permette di capire precocemente se un soggetto allergico è anche asmatico.
Durante una visita allergologica pediatrica, poiché l’allergia può interessare diverse parti dell’organismo con sintomi a cute, apparato gastrointestinale, occhi, naso, bronchi e polmoni, è molto importante che vengano prese in considerazione tutte le possibili diagnosi differenziali in modo da giungere precocemente a un’eventuale diagnosi di malattia allergica.
Le intolleranze alimentari sono reazioni dell’organismo verso alcuni alimenti o componenti alimentari.
Esse si verificano quando l’organismo non è in grado di assorbire o assimilare correttamente una sostanza. Ciò ne causa un accumulo nel tempo, fino a un livello massimo oltre il quale compaiono i sintomi.
I livelli scatenanti la sintomatologia sono molto soggettivi ed è per questo che le persone che hanno un’intolleranza possono spesso sopportare piccole quantità dell’alimento o del componente in questione senza sviluppare sintomi.
Non vanno confuse con le allergie alimentari il cui meccanismo è legato all’attivazione del sistema immunitario. Per questo, in genere, chi è allergico deve eliminare completamente dalla propria dieta il cibo incriminato, poiché anche piccole quantità scatenano le reazioni immunitarie.
Cause
Le intolleranze vengono suddivise in tre tipologie a seconda della sostanza o del cibo al quale l’organismo reagisce:
intolleranze a sostanze presenti in alcuni alimenti
intolleranze indotte da additivi presenti nei cibi
intolleranze dovute a carenza di enzimi digestivi.
Vediamole nel dettaglio:
Tipo di intolleranza
Esempio di sostanza che induce l’intolleranza
Sintomi
Intolleranza a sostanze presenti in alcuni alimenti
Lattosio (a causa della carenza dell’enzima lattasi)
Sintomi a carico del sistema gastrointestinale, come gonfiore, dolori addominali, diarrea
Sintomi
La sintomatologia è simile a quella che compare nelle allergie ed è molto varia. Possono comparire: – gonfiore addominale – meteorismo – stipsi o diarrea – nausea – crampi allo stomaco – cefalee ma anche: – disturbi dell’umore (come depressione e irritabilità) – dolori articolari – mal di gola – bronchiti ricorrenti – asma
Sintomi generali: stanchezza, ritenzione idrica, borse oculari, sonnolenza postprandiale, alitosi, aumento della sudorazione;
Sistema nervoso: cefalea, ansia, depressione, irritabilità, scarsa memoria, difficoltà di concentrazione, vertigini;
Apparato respiratorio: difficoltà di respirazione, asma, tosse, rinite allergica, sinusite;
Apparato cardiocircolatorio: alterazioni della pressione arteriosa, palpitazioni, extrasistoli;
Apparato gastro-enterico: gonfiore, senso di nausea, dolori e crampi addominali, disturbi dell’alvo (diarrea, stitichezza), aerofagia;
Epidermide: prurito locale e generalizzato, acne, eczema, dermatiti.
Le intolleranze più frequenti
Le due intolleranze più comuni e riconosciute sono quella a zuccheri – soprattutto al lattosio, ma anche al sorbitolo – e quella al glutine.
L’intolleranza al lattosio è dovuta a un deficit dell’enzima che normalmente permette la digestione di tale zucchero che, non essendo per questo motivo assimilato, richiama liquidi per effetto osmotico. Inoltre, nell’intestino fermenta con produzione di gas.
L’intolleranza al lattosio causa quindi disturbi gastrointestinali quale gonfiore, dolore intestinale, meteorismo, diarrea.
Anche il sorbitolo (zucchero presente in natura in molti frutti) può essere, meno frequentemente, causa di intolleranza alimentare.
Queste due intolleranze sono spesso alla base di problemi intestinali cronici come la sindrome del colon irritabile.
L’intolleranza al glutine, proteina presente in molti cereali (quali frumento, segale, orzo) è chiamata celiachia.
Gli individui che ne soffrono non riescono ad assorbire totalmente il glutine: è quindi una disfunzione intestinale e si manifesta con una reazione a questa proteina.
Le pareti di rivestimento dell’intestino tenue si danneggiano e subiscono una riduzione della capacità di assorbire nutrienti essenziali come grassi, proteine, carboidrati, minerali e vitamine.
I sintomi includono diarrea, debolezza, perdita di peso, irritabilità e crampi addominali. Nei bambini, possono manifestarsi sintomi di malnutrizione.
Un’altra intolleranza divenuta piuttosto frequente è quella dovuta ad alcuni additivi alimentari quali determinati coloranti e i solfiti.
Diagnosi
Una corretta diagnosi delle intolleranze alimentari prevede anzitutto il consulto con il proprio medico, per verificare che i sintomi non siano causati da un’altra malattia.
Si deve prestare particolare attenzione al tipo e alla frequenza dei sintomi e al momento preciso in cui si manifestano in relazione al consumo di determinati alimenti.
Il sospetto va posto quando un disturbo, anziché comparire in modo passeggero o saltuario, inizia a presentarsi sempre più frequentemente.
In questi casi la dieta a esclusione può fornire informazioni utili. Si basa sull’eliminazione di un alimento, o di una combinazione di alimenti sospetti, per un periodo di 3 o 4 settimane, durante le quali si deve verificare un netto miglioramento dei sintomi o la loro scomparsa.
Se in questo periodo i sintomi scompaiono, l’intolleranza è dovuta a uno (o più) dei cibi eliminati, che vengono a questo punto reintrodotti nella dieta, uno per volta.
Si inizia con quantità ridotte e le si aumenta gradualmente finché non si raggiungono le dosi normali oppure non si nota la ripresa del sintomo.
Terapia
In genere chi è intollerante a determinati alimenti lo rimane per tutta la vita. È però possibile individuare la dose soglia che scatena la sintomatologia: questo permette di non dover eliminare completamente quel cibo.
Per chi soffre di celiachia esiste una serie di alimenti appositamente studiati: una dieta priva di glutine, infatti, permette all’intestino di ripararsi gradualmente. In questo modo anche i sintomi scompaiono.
Le persone affette da intolleranza al lattosio, invece, hanno una carenza più o meno marcata di lattasi (l’enzima digestivo che scompone lo zucchero) e la quantità di latte e latticini che determina i sintomi di intolleranza è molto variabile.
Molti soggetti intolleranti al lattosio possono per esempio bere un bicchiere di latte senza alcun problema. Analogamente, i formaggi stagionati, che hanno un basso contenuto di lattosio, e i prodotti a base di latte fermentato, come lo yogurt, sono in genere ben tollerati.
dott.olivasergio@gmail.com
Prestazioni:
Prick test
Prick by prick
Patch test
Intolleranze alimentari
Test per i farmaci
Test per la disbiosi intestinale
Spirometria basale e post stimolo
Vegatest expertPrick test e prick by prick
L’ allergologia pediatrica è la branca della medicina che effettua test diagnostici (prick test) per le allergie cutanee e respiratorie e per le intolleranze alimentari sui più piccoli. È anche possibile valutare la funzione respiratoria, a partire dai 6 anni, mediante la spirometria, un semplice esame che permette di capire precocemente se un soggetto allergico è anche asmatico.
Durante una visita allergologica pediatrica, poiché l’allergia può interessare diverse parti dell’organismo con sintomi a cute, apparato gastrointestinale, occhi, naso, bronchi e polmoni, è molto importante che vengano prese in considerazione tutte le possibili diagnosi differenziali in modo da giungere precocemente a un’eventuale diagnosi di malattia allergica.
Le intolleranze alimentari sono reazioni dell’organismo verso alcuni alimenti o componenti alimentari.
Esse si verificano quando l’organismo non è in grado di assorbire o assimilare correttamente una sostanza. Ciò ne causa un accumulo nel tempo, fino a un livello massimo oltre il quale compaiono i sintomi.
I livelli scatenanti la sintomatologia sono molto soggettivi ed è per questo che le persone che hanno un’intolleranza possono spesso sopportare piccole quantità dell’alimento o del componente in questione senza sviluppare sintomi.
Non vanno confuse con le allergie alimentari il cui meccanismo è legato all’attivazione del sistema immunitario. Per questo, in genere, chi è allergico deve eliminare completamente dalla propria dieta il cibo incriminato, poiché anche piccole quantità scatenano le reazioni immunitarie.
Cause
Le intolleranze vengono suddivise in tre tipologie a seconda della sostanza o del cibo al quale l’organismo reagisce:
intolleranze a sostanze presenti in alcuni alimenti
intolleranze indotte da additivi presenti nei cibi
intolleranze dovute a carenza di enzimi digestivi.
Vediamole nel dettaglio:
Tipo di intolleranza
Esempio di sostanza che induce l’intolleranza
Sintomi
Intolleranza a sostanze presenti in alcuni alimenti
Lattosio (a causa della carenza dell’enzima lattasi)
Sintomi a carico del sistema gastrointestinale, come gonfiore, dolori addominali, diarrea
Sintomi
La sintomatologia è simile a quella che compare nelle allergie ed è molto varia. Possono comparire: – gonfiore addominale – meteorismo – stipsi o diarrea – nausea – crampi allo stomaco – cefalee ma anche: – disturbi dell’umore (come depressione e irritabilità) – dolori articolari – mal di gola – bronchiti ricorrenti – asma
Sintomi generali: stanchezza, ritenzione idrica, borse oculari, sonnolenza postprandiale, alitosi, aumento della sudorazione;
Sistema nervoso: cefalea, ansia, depressione, irritabilità, scarsa memoria, difficoltà di concentrazione, vertigini;
Apparato respiratorio: difficoltà di respirazione, asma, tosse, rinite allergica, sinusite;
Apparato cardiocircolatorio: alterazioni della pressione arteriosa, palpitazioni, extrasistoli;
Apparato gastro-enterico: gonfiore, senso di nausea, dolori e crampi addominali, disturbi dell’alvo (diarrea, stitichezza), aerofagia;
Epidermide: prurito locale e generalizzato, acne, eczema, dermatiti.
Le intolleranze più frequenti
Le due intolleranze più comuni e riconosciute sono quella a zuccheri – soprattutto al lattosio, ma anche al sorbitolo – e quella al glutine.
L’intolleranza al lattosio è dovuta a un deficit dell’enzima che normalmente permette la digestione di tale zucchero che, non essendo per questo motivo assimilato, richiama liquidi per effetto osmotico. Inoltre, nell’intestino fermenta con produzione di gas.
L’intolleranza al lattosio causa quindi disturbi gastrointestinali quale gonfiore, dolore intestinale, meteorismo, diarrea.
Anche il sorbitolo (zucchero presente in natura in molti frutti) può essere, meno frequentemente, causa di intolleranza alimentare.
Queste due intolleranze sono spesso alla base di problemi intestinali cronici come la sindrome del colon irritabile.
L’intolleranza al glutine, proteina presente in molti cereali (quali frumento, segale, orzo) è chiamata celiachia.
Gli individui che ne soffrono non riescono ad assorbire totalmente il glutine: è quindi una disfunzione intestinale e si manifesta con una reazione a questa proteina.
Le pareti di rivestimento dell’intestino tenue si danneggiano e subiscono una riduzione della capacità di assorbire nutrienti essenziali come grassi, proteine, carboidrati, minerali e vitamine.
I sintomi includono diarrea, debolezza, perdita di peso, irritabilità e crampi addominali. Nei bambini, possono manifestarsi sintomi di malnutrizione.
Un’altra intolleranza divenuta piuttosto frequente è quella dovuta ad alcuni additivi alimentari quali determinati coloranti e i solfiti.
Diagnosi
Una corretta diagnosi delle intolleranze alimentari prevede anzitutto il consulto con il proprio medico, per verificare che i sintomi non siano causati da un’altra malattia.
Si deve prestare particolare attenzione al tipo e alla frequenza dei sintomi e al momento preciso in cui si manifestano in relazione al consumo di determinati alimenti.
Il sospetto va posto quando un disturbo, anziché comparire in modo passeggero o saltuario, inizia a presentarsi sempre più frequentemente.
In questi casi la dieta a esclusione può fornire informazioni utili. Si basa sull’eliminazione di un alimento, o di una combinazione di alimenti sospetti, per un periodo di 3 o 4 settimane, durante le quali si deve verificare un netto miglioramento dei sintomi o la loro scomparsa.
Se in questo periodo i sintomi scompaiono, l’intolleranza è dovuta a uno (o più) dei cibi eliminati, che vengono a questo punto reintrodotti nella dieta, uno per volta.
Si inizia con quantità ridotte e le si aumenta gradualmente finché non si raggiungono le dosi normali oppure non si nota la ripresa del sintomo.
Terapia
In genere chi è intollerante a determinati alimenti lo rimane per tutta la vita. È però possibile individuare la dose soglia che scatena la sintomatologia: questo permette di non dover eliminare completamente quel cibo.
Per chi soffre di celiachia esiste una serie di alimenti appositamente studiati: una dieta priva di glutine, infatti, permette all’intestino di ripararsi gradualmente. In questo modo anche i sintomi scompaiono.
Le persone affette da intolleranza al lattosio, invece, hanno una carenza più o meno marcata di lattasi (l’enzima digestivo che scompone lo zucchero) e la quantità di latte e latticini che determina i sintomi di intolleranza è molto variabile.
Molti soggetti intolleranti al lattosio possono per esempio bere un bicchiere di latte senza alcun problema. Analogamente, i formaggi stagionati, che hanno un basso contenuto di lattosio, e i prodotti a base di latte fermentato, come lo yogurt, sono in genere ben tollerati.
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Prestazioni:
Prick test
Prick by prick
Patch test
Intolleranze alimentari
Test per i farmaci
Test per la disbiosi intestinale
Spirometria basale e post stimolo
Vegatest expertPrick test e prick by prick
L’ allergologia pediatrica è la branca della medicina che effettua test diagnostici (prick test) per le allergie cutanee e respiratorie e per le intolleranze alimentari sui più piccoli. È anche possibile valutare la funzione respiratoria, a partire dai 6 anni, mediante la spirometria, un semplice esame che permette di capire precocemente se un soggetto allergico è anche asmatico.
Durante una visita allergologica pediatrica, poiché l’allergia può interessare diverse parti dell’organismo con sintomi a cute, apparato gastrointestinale, occhi, naso, bronchi e polmoni, è molto importante che vengano prese in considerazione tutte le possibili diagnosi differenziali in modo da giungere precocemente a un’eventuale diagnosi di malattia allergica.
Le intolleranze alimentari sono reazioni dell’organismo verso alcuni alimenti o componenti alimentari.
Esse si verificano quando l’organismo non è in grado di assorbire o assimilare correttamente una sostanza. Ciò ne causa un accumulo nel tempo, fino a un livello massimo oltre il quale compaiono i sintomi.
I livelli scatenanti la sintomatologia sono molto soggettivi ed è per questo che le persone che hanno un’intolleranza possono spesso sopportare piccole quantità dell’alimento o del componente in questione senza sviluppare sintomi.
Non vanno confuse con le allergie alimentari il cui meccanismo è legato all’attivazione del sistema immunitario. Per questo, in genere, chi è allergico deve eliminare completamente dalla propria dieta il cibo incriminato, poiché anche piccole quantità scatenano le reazioni immunitarie.
Cause
Le intolleranze vengono suddivise in tre tipologie a seconda della sostanza o del cibo al quale l’organismo reagisce:
intolleranze a sostanze presenti in alcuni alimenti
intolleranze indotte da additivi presenti nei cibi
intolleranze dovute a carenza di enzimi digestivi.
Vediamole nel dettaglio:
Tipo di intolleranza
Esempio di sostanza che induce l’intolleranza
Sintomi
Intolleranza a sostanze presenti in alcuni alimenti
Lattosio (a causa della carenza dell’enzima lattasi)
Sintomi a carico del sistema gastrointestinale, come gonfiore, dolori addominali, diarrea
Sintomi
La sintomatologia è simile a quella che compare nelle allergie ed è molto varia. Possono comparire: – gonfiore addominale – meteorismo – stipsi o diarrea – nausea – crampi allo stomaco – cefalee ma anche: – disturbi dell’umore (come depressione e irritabilità) – dolori articolari – mal di gola – bronchiti ricorrenti – asma
Sintomi generali: stanchezza, ritenzione idrica, borse oculari, sonnolenza postprandiale, alitosi, aumento della sudorazione;
Sistema nervoso: cefalea, ansia, depressione, irritabilità, scarsa memoria, difficoltà di concentrazione, vertigini;
Apparato respiratorio: difficoltà di respirazione, asma, tosse, rinite allergica, sinusite;
Apparato cardiocircolatorio: alterazioni della pressione arteriosa, palpitazioni, extrasistoli;
Apparato gastro-enterico: gonfiore, senso di nausea, dolori e crampi addominali, disturbi dell’alvo (diarrea, stitichezza), aerofagia;
Epidermide: prurito locale e generalizzato, acne, eczema, dermatiti.
Le intolleranze più frequenti
Le due intolleranze più comuni e riconosciute sono quella a zuccheri – soprattutto al lattosio, ma anche al sorbitolo – e quella al glutine.
L’intolleranza al lattosio è dovuta a un deficit dell’enzima che normalmente permette la digestione di tale zucchero che, non essendo per questo motivo assimilato, richiama liquidi per effetto osmotico. Inoltre, nell’intestino fermenta con produzione di gas.
L’intolleranza al lattosio causa quindi disturbi gastrointestinali quale gonfiore, dolore intestinale, meteorismo, diarrea.
Anche il sorbitolo (zucchero presente in natura in molti frutti) può essere, meno frequentemente, causa di intolleranza alimentare.
Queste due intolleranze sono spesso alla base di problemi intestinali cronici come la sindrome del colon irritabile.
L’intolleranza al glutine, proteina presente in molti cereali (quali frumento, segale, orzo) è chiamata celiachia.
Gli individui che ne soffrono non riescono ad assorbire totalmente il glutine: è quindi una disfunzione intestinale e si manifesta con una reazione a questa proteina.
Le pareti di rivestimento dell’intestino tenue si danneggiano e subiscono una riduzione della capacità di assorbire nutrienti essenziali come grassi, proteine, carboidrati, minerali e vitamine.
I sintomi includono diarrea, debolezza, perdita di peso, irritabilità e crampi addominali. Nei bambini, possono manifestarsi sintomi di malnutrizione.
Un’altra intolleranza divenuta piuttosto frequente è quella dovuta ad alcuni additivi alimentari quali determinati coloranti e i solfiti.
Diagnosi
Una corretta diagnosi delle intolleranze alimentari prevede anzitutto il consulto con il proprio medico, per verificare che i sintomi non siano causati da un’altra malattia.
Si deve prestare particolare attenzione al tipo e alla frequenza dei sintomi e al momento preciso in cui si manifestano in relazione al consumo di determinati alimenti.
Il sospetto va posto quando un disturbo, anziché comparire in modo passeggero o saltuario, inizia a presentarsi sempre più frequentemente.
In questi casi la dieta a esclusione può fornire informazioni utili. Si basa sull’eliminazione di un alimento, o di una combinazione di alimenti sospetti, per un periodo di 3 o 4 settimane, durante le quali si deve verificare un netto miglioramento dei sintomi o la loro scomparsa.
Se in questo periodo i sintomi scompaiono, l’intolleranza è dovuta a uno (o più) dei cibi eliminati, che vengono a questo punto reintrodotti nella dieta, uno per volta.
Si inizia con quantità ridotte e le si aumenta gradualmente finché non si raggiungono le dosi normali oppure non si nota la ripresa del sintomo.
Terapia
In genere chi è intollerante a determinati alimenti lo rimane per tutta la vita. È però possibile individuare la dose soglia che scatena la sintomatologia: questo permette di non dover eliminare completamente quel cibo.
Per chi soffre di celiachia esiste una serie di alimenti appositamente studiati: una dieta priva di glutine, infatti, permette all’intestino di ripararsi gradualmente. In questo modo anche i sintomi scompaiono.
Le persone affette da intolleranza al lattosio, invece, hanno una carenza più o meno marcata di lattasi (l’enzima digestivo che scompone lo zucchero) e la quantità di latte e latticini che determina i sintomi di intolleranza è molto variabile.
Molti soggetti intolleranti al lattosio possono per esempio bere un bicchiere di latte senza alcun problema. Analogamente, i formaggi stagionati, che hanno un basso contenuto di lattosio, e i prodotti a base di latte fermentato, come lo yogurt, sono in genere ben tollerati.
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Prestazioni:
Prick test
Prick by prick
Patch test
Intolleranze alimentari
Test per i farmaci
Test per la disbiosi intestinale
Spirometria basale e post stimolo
Disbiosi intestinale: un nuovo test per la determinazione
La medicina Funzionale
Vegatest expertPrick test e prick by prick
L’ allergologia pediatrica è la branca della medicina che effettua test diagnostici (prick test) per le allergie cutanee e respiratorie e per le intolleranze alimentari sui più piccoli. È anche possibile valutare la funzione respiratoria, a partire dai 6 anni, mediante la spirometria, un semplice esame che permette di capire precocemente se un soggetto allergico è anche asmatico.
Durante una visita allergologica pediatrica, poiché l’allergia può interessare diverse parti dell’organismo con sintomi a cute, apparato gastrointestinale, occhi, naso, bronchi e polmoni, è molto importante che vengano prese in considerazione tutte le possibili diagnosi differenziali in modo da giungere precocemente a un’eventuale diagnosi di malattia allergica.
Le intolleranze alimentari sono reazioni dell’organismo verso alcuni alimenti o componenti alimentari.
Esse si verificano quando l’organismo non è in grado di assorbire o assimilare correttamente una sostanza. Ciò ne causa un accumulo nel tempo, fino a un livello massimo oltre il quale compaiono i sintomi.
I livelli scatenanti la sintomatologia sono molto soggettivi ed è per questo che le persone che hanno un’intolleranza possono spesso sopportare piccole quantità dell’alimento o del componente in questione senza sviluppare sintomi.
Non vanno confuse con le allergie alimentari il cui meccanismo è legato all’attivazione del sistema immunitario. Per questo, in genere, chi è allergico deve eliminare completamente dalla propria dieta il cibo incriminato, poiché anche piccole quantità scatenano le reazioni immunitarie.
Cause
Le intolleranze vengono suddivise in tre tipologie a seconda della sostanza o del cibo al quale l’organismo reagisce:
intolleranze a sostanze presenti in alcuni alimenti
intolleranze indotte da additivi presenti nei cibi
intolleranze dovute a carenza di enzimi digestivi.
Vediamole nel dettaglio:
Tipo di intolleranza
Esempio di sostanza che induce l’intolleranza
Sintomi
Intolleranza a sostanze presenti in alcuni alimenti
Lattosio (a causa della carenza dell’enzima lattasi)
Sintomi a carico del sistema gastrointestinale, come gonfiore, dolori addominali, diarrea
Sintomi
La sintomatologia è simile a quella che compare nelle allergie ed è molto varia. Possono comparire: – gonfiore addominale – meteorismo – stipsi o diarrea – nausea – crampi allo stomaco – cefalee ma anche: – disturbi dell’umore (come depressione e irritabilità) – dolori articolari – mal di gola – bronchiti ricorrenti – asma
Sintomi generali: stanchezza, ritenzione idrica, borse oculari, sonnolenza postprandiale, alitosi, aumento della sudorazione;
Sistema nervoso: cefalea, ansia, depressione, irritabilità, scarsa memoria, difficoltà di concentrazione, vertigini;
Apparato respiratorio: difficoltà di respirazione, asma, tosse, rinite allergica, sinusite;
Apparato cardiocircolatorio: alterazioni della pressione arteriosa, palpitazioni, extrasistoli;
Apparato gastro-enterico: gonfiore, senso di nausea, dolori e crampi addominali, disturbi dell’alvo (diarrea, stitichezza), aerofagia;
Epidermide: prurito locale e generalizzato, acne, eczema, dermatiti.
Le intolleranze più frequenti
Le due intolleranze più comuni e riconosciute sono quella a zuccheri – soprattutto al lattosio, ma anche al sorbitolo – e quella al glutine.
L’intolleranza al lattosio è dovuta a un deficit dell’enzima che normalmente permette la digestione di tale zucchero che, non essendo per questo motivo assimilato, richiama liquidi per effetto osmotico. Inoltre, nell’intestino fermenta con produzione di gas.
L’intolleranza al lattosio causa quindi disturbi gastrointestinali quale gonfiore, dolore intestinale, meteorismo, diarrea.
Anche il sorbitolo (zucchero presente in natura in molti frutti) può essere, meno frequentemente, causa di intolleranza alimentare.
Queste due intolleranze sono spesso alla base di problemi intestinali cronici come la sindrome del colon irritabile.
L’intolleranza al glutine, proteina presente in molti cereali (quali frumento, segale, orzo) è chiamata celiachia.
Gli individui che ne soffrono non riescono ad assorbire totalmente il glutine: è quindi una disfunzione intestinale e si manifesta con una reazione a questa proteina.
Le pareti di rivestimento dell’intestino tenue si danneggiano e subiscono una riduzione della capacità di assorbire nutrienti essenziali come grassi, proteine, carboidrati, minerali e vitamine.
I sintomi includono diarrea, debolezza, perdita di peso, irritabilità e crampi addominali. Nei bambini, possono manifestarsi sintomi di malnutrizione.
Un’altra intolleranza divenuta piuttosto frequente è quella dovuta ad alcuni additivi alimentari quali determinati coloranti e i solfiti.
Diagnosi
Una corretta diagnosi delle intolleranze alimentari prevede anzitutto il consulto con il proprio medico, per verificare che i sintomi non siano causati da un’altra malattia.
Si deve prestare particolare attenzione al tipo e alla frequenza dei sintomi e al momento preciso in cui si manifestano in relazione al consumo di determinati alimenti.
Il sospetto va posto quando un disturbo, anziché comparire in modo passeggero o saltuario, inizia a presentarsi sempre più frequentemente.
In questi casi la dieta a esclusione può fornire informazioni utili. Si basa sull’eliminazione di un alimento, o di una combinazione di alimenti sospetti, per un periodo di 3 o 4 settimane, durante le quali si deve verificare un netto miglioramento dei sintomi o la loro scomparsa.
Se in questo periodo i sintomi scompaiono, l’intolleranza è dovuta a uno (o più) dei cibi eliminati, che vengono a questo punto reintrodotti nella dieta, uno per volta.
Si inizia con quantità ridotte e le si aumenta gradualmente finché non si raggiungono le dosi normali oppure non si nota la ripresa del sintomo.
Terapia
In genere chi è intollerante a determinati alimenti lo rimane per tutta la vita. È però possibile individuare la dose soglia che scatena la sintomatologia: questo permette di non dover eliminare completamente quel cibo.
Per chi soffre di celiachia esiste una serie di alimenti appositamente studiati: una dieta priva di glutine, infatti, permette all’intestino di ripararsi gradualmente. In questo modo anche i sintomi scompaiono.
Le persone affette da intolleranza al lattosio, invece, hanno una carenza più o meno marcata di lattasi (l’enzima digestivo che scompone lo zucchero) e la quantità di latte e latticini che determina i sintomi di intolleranza è molto variabile.
Molti soggetti intolleranti al lattosio possono per esempio bere un bicchiere di latte senza alcun problema. Analogamente, i formaggi stagionati, che hanno un basso contenuto di lattosio, e i prodotti a base di latte fermentato, come lo yogurt, sono in genere ben tollerati.